Pavimentazioni drenanti per esterni: quali soluzioni?

Pavimento drenante_Terra Solida

Trovare una soluzione unica, che possa andare bene per qualunque situazione che ci si presenti è piuttosto complesso. Quando si parla di pavimentazioni drenanti per esterni, infatti, è necessario considerare i fattori più disparati: dal luogo dove si deve effettuare l’intervento al committente, passando per la tipologia di opera che si vuole realizzare – un piazzale, una viale, una pista ciclabile, un parcheggio e così via – dal materiale disponibile in situ e dal budget a disposizione per completare il cantiere.

A seconda delle risposte che si daranno a queste domande – e molte altre sulle quali sorvoliamo per meri motivi di spazio – si potrà individuare con maggior facilità su quale tipologia di pavimenti per esterni si dovrà far ricadere la scelta. Se alle variabili già descritte se ne aggiunge un’altra, il novero delle possibili scelte si riduce ulteriormente: nel caso in cui si voglia realizzare una pavimentazione drenante ed ecosostenibile, allora si dovrà necessariamente scegliere tra la griglia salvaprato e la terra stabilizzata.

Strada in stabilizzato

Analizziamo nel dettaglio quali sono i pro e i contro di queste due alternative, quando optare per l’una o per l’altra e quali le proedure per posare una griglia salvaprato o realizzare una pavimentazione drenante con lo stabilizzato.

Che cos’è la griglia salvaprato, quando usarla e come si realizza

Quando si parla di griglia salvaprato si parla di una struttura a nido d’ape realizzata in materiale plastico o in cemento che permette di realizzare una superficie drenante carrabile senza dover rinunciare al verde di un manto erboso.

Caratterizzata da una buona resistenza meccanica – non a caso questa soluzione è chiamata anche prato armato – questa soluzione trova impiego nelle situazioni più disparate: è l’ideale, ad esempio, per fare dei prati carrabili, ma viene usata anche nella realizzazione di viali e piste ciclabili all’interno di parchi naturali e zone protette.

Griglia salvaprato
Posa della griglia salvaprato Garden Grid

Inoltre, soluzioni come Garden Grid di Terra Solida Italia permettono di abbattere ulteriormente l’impatto ambientale di questa opera grazie all’impiego di materiali derivanti da fonti rinnovabili.

Quando usare la griglia salvaprato

Come già accennato, la rete salvaprato è una soluzione versatile, che può essere utilizzata senza grosse difficoltà nelle situazioni più disparate. Solitamente, viene utilizzata per realizzare dei prati carrabili, all’interno dei quali realizzare aree parcheggio “ecocompatibili ed ecosostenibili”. Non solo: le sue caratteristiche la rendono perfetta anche per realizzare dei viali all’interno di parchi privati, o piste ciclabili e sentieri all’interno di aree protette o sottoposte a vincolo.

Come posare la griglia salvaprato

La realizzazione di un prato armato si compone di tre fasi distinte: la preparazione del sottofondo; la posa vera della griglia a nido d’ape; la posa del terreno e la semina. Per ottenere un ottimo risultato è necessario, prima di tutto, realizzare un fondo quanto più omogeneo possibile sul quale posare uno strato di ghiaia con spessore tra 5 e 10 centimetri. Terminata questa fase sarà possibile posare la griglia e realizzare la struttura “di sostegno” del prato. A questo punto si potrà procedere con il riempimento con un terreno adatto e la successiva piantumazione dell’erba.

I vantaggi della griglia salvaprato

I vantaggi garantiti da questa soluzione sono molteplici. Prima di tutto, si potrà utilizzare il terreno del luogo, senza che ci sia bisogno di acquistarne e utilizzarne dell’altro. Inoltre, la posa di questa struttura richiede poco tempo e un investimento economico tutto sommato contenuto. Nonostante ciò, la resistenza meccanica che offre la rende ottimale anche per il transito di mezzi pesanti.

Che cos’è la terra stabilizzata, quando usarla e come si realizza

La terra stabilizzata è una tecnologia ecocompatibile che consente di realizzare una pavimentazione drenante da esterni con tempi di esecuzione ridotti e utilizzando materiale già presente in situ o anche aggregati riciclati provenienti da demolizioni. Grazie all’utilizzo di stabilizzanti ecologici come quelli della Linea Nature di Terra Solida Italia sarà possibile realizzare una superficie resistente, omogenea e continua utilizzando materiale presente in situ.

Quando usare la terra stabilizzata

Date le sue caratteristiche e le sue proprietà, la terra stabilizzata è perfetta per la realizzazione di strade di campagna, viali carrabili all’interno di parchi pubblici o aree protette e sottoposte a vincolo (come aree archeologiche) e nei lavori di eliminazione delle barriere architettoniche all’interno di aree aperte al pubblico.

Linea Nature

Come si fa la terra stabilizzata

Realizzare una pavimentazione drenante per esterni in terra stabilizzata non è affatto complesso. Prima di tutto, sarà necessario intervenire sul sottofondo, creando uno strato terroso ampio tra i 25 e i 40 centimetri che dovrà garantire compattezza e permeabilità (per questo è fortemente sconsigliato utilizzare terreni argillosi). Sopra questa superficie sarà poi possibile stendere la pavimentazione drenante in terra stabilizzata: mescolando lo stabilizzante ecocompatibile a ai terreni presenti in situ, allo stabilizzato fine di cava o aggregati di vario genere si otterrà una miscela caratterizzata dall’elevata resistenza meccanica e l’alta permeabilità. Si dovrà poi compattare il tutto e attendere che il collante faccia presa. La pavimentazione così creata sarà carrabile in tempi brevi.

I vantaggi della terra stabilizzata

Rispetto ad altre soluzioni simili – come le strade bianche in ghiaia o i viali in cemento – la terra stabilizzata garantisce un’elevata resistenza meccanica, un alto grado di permeabilità e tempi di realizzazione dell’opera estremamente contenuti. Se utilizzata nel rifacimento o nella manutenzione di strade bianche, ad esempio, lo stabilizzato previene la formazione di buche, garantendo allo stesso tempo il corretto drenaggio delle acque meteoriche. Inoltre, si tratta di una soluzione a bassissimo impatto ecologico: lo stabilizzante non rilascia sostanze tossiche nel terreno e, una volta arrivato a fine ciclo di vita, può essere riciclata al 100%.

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