Oggi parliamo di pavimentazioni naturali e più in generale di strade per approfondire un argomento basilare e altrettanto importante: la scelta degli inerti. Sebbene gli addetti ai lavori sappiano quanto siano fondamentali, a esserne meno consapevoli sono i neofiti, per i quali la parola “inerte” potrebbe addirittura far pensare, da un punto di vista etimologico, a qualcosa di “passivo” o poco centrale. Ebbene, non è così: la scelta degli inerti riveste un ruolo importantissimo in campo edile, perché si tratta di materiali presenti in gran quantità sia all’interno dei classici manti stradali che nel “semplice” calcestruzzo, ecologico e non. E allora approfondiamo l’argomento scoprendo come e perché la scelta degli inerti incide sulla performance, la resistenza e la durabilità di pavimentazioni naturali e strade.
Cosa sono gli inerti?
L’uomo utilizza materie prime di origine naturale da tempo immemore e molte di queste sono destinate alle classiche opere edili. E allora, dove si collocano gli inerti nel grandissimo insieme dei materiali da costruzione? Per capirlo è necessario partire, innanzitutto, dalla definizione di inerte.
Gli inerti, detti anche aggregati, sono materiali utilizzati in campo edile per assemblare, ad esempio, massicciate o rilevati stradali. La loro caratteristica principale è quella di non partecipare alle reazioni del legante utilizzato (da qui la genesi del nome) ma di mantenere immutato nel tempo il loro stato fisico. Solitamente vengono miscelati con altri materiali, quali ad esempio l’asfalto, il cemento e così via. Le finalità degli inerti sono molte e fra queste nominiamo la diminuzione del rischio di fessure all’interno dell’opera e l’aumento della plasticità dell’impasto.
Per questo gli inerti devono essere composti da elementi non gelivi o friabili, dovranno essere privi di sostanze organiche, gessose, limose o argillose o possederne quantità tali da non diventare un’ostacolo all’indurimento e alla durabilità del conglomerato.
Origine e classificazione
Gli inerti possono avere varia origine. Estratti solitamente dalle cave a cielo aperto, in questo grande insieme di materiali troviamo le rocce lignee, le rocce metamorfiche o le rocce sedimentarie. Gli inerti, poi, per questioni di sostenibilità relativa al trasporto dei materiali, possono essere anche ricavati in situ, ovvero prelevando gli aggregati dal luogo e dal terreno in cui si svolgono i lavori. O, ancora, possiamo avere a che fare con inerti riciclati, ovvero derivanti dallo smaltimento di altre opere edili, stradali e non. Insomma, la provenienza è varia, così come loro granulometria: solitamente la scelta degli inerti, infatti, dipende sia dalle caratteristiche fisiche che dalla “grandezza” del materiale stesso. In particolare, proprio in base alla granulometria, gli inerti – che si ricavano appunto dalla triturazione delle rocce – si classificano in sabbie (fini, medie e grosse), ghiaie (fini, medie e grosse) e pietrisco (fine, medio e grosso).
Scelta degli inerti: a ogni opera il suo materiale
La qualità e la tipologia degli inerti è fondamentale per definire il modo in cui verranno impiegati e, quindi, l’opera edile finale in cui sono utilizzati. Le caratteristiche di ciascuno, infatti, contribuiscono a rendere durevole e performante l’opera stessa in quanto a resistenza e funzionalità. Se, ad esempio, gli inerti sono utilizzati con i leganti, è necessario scegliere tipologie in grado di aderire perfettamente al componente usato. Alcuni inerti, infatti, possiedono affinità maggiori per l’acqua, altri reagiscono alla presenza degli alcali, generando fratture e perdita di coesione del manufatto.
Scelta degli inerti per strade e pavimentazioni naturali
Cosa si può dire, invece, sulla scelta degli inerti relativa a strade e pavimentazioni naturali? Una superficie di questo tipo, infatti, non solo si inserisce perfettamente nel contesto in cui è posata (integrandosi con esso non solo dal punto di vista paesaggistico e storico) ma contribuisce altresì a non inquinare l’ambiente, centrando al contempo il principio dell’invarianza idraulica.
Terra Solida, leader di settore nelle pavimentazioni naturali, per le sue strade e superfici ecologiche utilizza solitamente inerti presenti in situ, così da impattare meno sull’ambiente dal punto di vista delle emissioni relative al trasporto dei materiali. Alla scelta degli aggregati, che possono essere anche di cava e riciclati, si accompagna poi l’uso di tecnologie ecocompatibili. Ad esempio, i prodotti della linea City Open Paving, utilizzano un mix specifico di aggreganti monogranulari caratterizzati da una composizione che assicura alla pavimentazione alte capacità drenanti sino a 2240 l/mq x min grazie a un indice dei vuoti che è compreso tra il 15 e il 20%.
La linea Villa Fine Flore, invece, coniuga bellezza, eleganza e funzionalità per dar vita a pavimentazioni in calcestruzzo architettonico ecocompatibili e belle da vedere. In questo caso, quindi, vengono utilizzati inerti come granulati di marmi, porfidi, graniti e pietre semi preziose di piccole e medie dimensioni, dalla forma sia irregolare che arrotondata.
Insomma, il mondo degli inerti è molto vasto e la loro scelta è fondamentale per dar vita a pavimentazioni durevoli e resistenti. Se poi, a questo, si unisce anche la sostenibilità, l’obiettivo è stato raggiunto da ogni punto di vista.