La strada in letteratura, dal ‘900 ai giorni nostri

La strada in letteratura, dal ‘900 ai giorni nostri

Così le storie sulla strada ci insegnano che il viaggio è tanto importante quanto la destinazione.

La strada, da sempre, è stata fonte di ispirazione per scrittori di tutto il mondo. Simbolo di avventura, cambiamento, crescita e sfida, è spesso rappresentata come un percorso fisico che riflette anche il percorso interiore dei personaggi che la attraversano. Nel corso del ‘900 e fino ai giorni nostri, la strada ha continuato a essere un elemento centrale in molte opere letterarie, raccontando storie di viaggi alla ricerca di se stessi e del proprio posto nel mondo. E allora esploriamo alcune di queste opere celebri, che ci parlano di luoghi lontani, personaggi curiosi e mondi diversi. Perchè la strada è anche questo…

strada in letteratura: opere letterarie
La strada ha sempre affascinato e ispirato scrittori e artisti, trovando spazio in numerose opere letterarie (Foto: Pexels)

La strada in letteratura, nelle opere di quattro autori

1. On the Road, Jack Kerouac (1957)

“Basta seguire la strada e prima o poi si fa il giro del mondo. Non può finire in nessun altro posto, no?”

Quando si parla della strada nella letteratura non si può non citare ‘Sulla Strada’ di Jack Kerouac, vero e proprio manifesto della beat generation. Scritto in uno stile spontaneo e unico, “On the Road” racconta le avventure di Sal Paradise e Dean Moriarty mentre attraversano gli Stati Uniti in cerca di esperienze, di significato della vita e di se stessi. La strada in questo romanzo diventa un simbolo di libertà, di ribellione contro le convenzioni sociali e di ricerca di una vita autentica. Kerouac cattura l’energia e la frenesia della strada, trasportando il lettore in un viaggio emozionante e turbolento attraverso l’America del dopoguerra.

2. La strada, Cormac McCarthy (2006)

Su questa strada non c’è benedetta anima viva. Sono scomparsi tutti tranne me e si sono portati via il mondo. Domanda: che differenza c’è tra ciò che non sarà mai e ciò che non è mai stato?

Decisamente ‘un’atra strada’ rispetto a quella descritta da Kerouac, il libro “La strada” di Cormac McCarthy ci porta in un mondo post-apocalittico desolato. La strada in questo romanzo è un luogo di pericolo e disperazione, dove un padre e un figlio cercano di sopravvivere in un mondo in rovina – ma anche un simbolo di speranza, il luogo dove cercano un futuro migliore. McCarthy utilizza la strada come sfondo per esplorare la resilienza umana di fronte alla catastrofe e la forza del legame tra padre e figlio.

3. Un indovino mi disse, Tiziano Terzani (1995)

L’essere lontano mi faceva sentire a casa.”

Uscendo dal mondo della fiction, vale la pena di citare “Un indovino mi disse” di Tiziano Terzani: un resoconto affascinante di un viaggio epico. Nel 1976, un indovino cinese avverte Terzani che nel 1993 correrà un grave rischio di morte se dovesse prendere un aereo. Terzani decide di accettare questa profezia come un’opportunità per guardare il mondo con occhi nuovi e intraprende un viaggio incredibile attraverso l’Asia senza mai prendere un aereo. La strada diventa qui il percorso attraverso cui Terzani esplora culture, incontra persone straordinarie e si interroga sul senso della vita e della morte.

4. Wild, Cheryl Strayed (2012)

Forse che stando in mezzo alla natura incontaminata anch’io potevo essere incontaminata, indipendentemente da ciò che avevo perduto o mi era stato strappato, indipendentemente dalle cose riprovevoli che avevo fatto agli altri o a me stessa, o che gli altri avevano fatto a me.”

In “Wild,” Cheryl Strayed ci offre un resoconto sincero e toccante del suo viaggio autobiografico lungo il Pacific Crest Trail, un sentiero lungo oltre 4.000 chilometri attraverso la natura selvaggia dell’ovest degli Stati Uniti. La strada in questo libro è un mezzo per affrontare il dolore e la perdita, un viaggio di scoperta e di rinascita. Cheryl cammina attraverso deserti aridi e montagne imponenti, ma anche attraverso i ricordi del suo passato e le sfide della sua vita. La strada diventa un simbolo di rinascita e di speranza, un percorso verso la guarigione, dopo un momento buio di autodistruzione e dolore. 

 

 

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